4 ottobre 2020 - 18:10

Alti livelli di colesterolo da giovani possono causare seri problemi cardiovascolari nella mezza età

Secondo gli autori i medici devono spingere i ragazzi a mantenere corretti stili di vita senza perdere tempo. Conta però anche la suscettibilità individuale

di Cristina Marrone

Alti livelli di colesterolo da giovani possono causare seri problemi cardiovascolari nella mezza età
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Avere il colesterolo alto durante l’adolescenza o da ventenni aumenta il rischio di subire infarto, ictus, eventi cardiovascolari durante la mezza età. Il rischio persiste anche in chi è riuscito ad abbassare il livello di colesterolo prima di raggiungere i trent’anni. Lo studio è stato condotto da scienziati dell’Università di Medicina del Maryland (Stati Uniti) e pubblicato sul Journal of American College of Cardiology. Secondo gli autori la ricerca è un valido motivo per i medici a intervenire precocemente per trattare i livelli di lipoproteine, il cosiddetto «colesterolo cattivo» (LDL).

Lo studio

La ricerca si è basata sui dati del Coronary Artery Risk Development in Young Adults Study (CARDIA). Lo studio è iniziato 35 anni fa con il reclutamento di 5.000 giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 30 anni. I partecipanti sono stati seguiti per tutti questi anni per capire come le caratteristiche individuali, lo stile di vita e i fattori ambientali contribuiscono a rallentare lo sviluppo di malattie cardiovascolari. «Abbiamo scoperto che avere un elevato livello di colesterolo LDL in giovane età aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache e purtroppo questo rischio persiste anche in chi è riuscito in un secondo momento ad abbassare il livello di colesterolo cattivo» ha commentato l’autore principale, il professor Michael Domanski. Ad esempio due persone con lo stesso livello di colesterolo a 40 anni hanno un rischio molto diverso di subire un infarto o un ictus: a rischiare di più è chi aveva livelli elevati da adolescente. «Il danno alle arterie all’inizio della vita può essere difficilmente reversibile - avverte il dottor Domanski - per questo i medici dovrebbero insistere nel convincere i più giovani a cambiare stile di vita ed eventualmente prescrivere farmaci per abbassare i livelli di colesterolo LDL con l’obiettivo di prevenire problemi nel corso della vita». Per portare avanti lo studio i ricercatori hanno utilizzato complessi modelli matematici per capire come il rischio cardiovascolare (infarto, ictus, ischemie e morte per malattie cardiovascolari) aumenta con il crescere dell’«esposizione cumulativa» al colesterolo LDL per una media di 22 anni scoprendo che maggiore era il tempo di esposizione e il livello di colesterolo cattivo nel corso del degli anni più era probabile che i partecipanti sperimentassero un evento cardiovascolare più serio.

Quanto il colesterolo è dannoso nel singolo individuo?

«Questo studio sottolinei quanto sia importante aggredire i fattori di rischio cardiovascolare sin dalla giovane età» commenta Giulio Melisurgo, cardiologo all’ospedale San Raffaele di Milano. «Va comunque tenuto presente - aggiunge - che il colesterolo non è il solo fattore di rischio: ci sono anche il fumo, l’ipertensione, il diabete e la familiarità. Su quest’ultima non si può intervenire, ma su tutti gli altri sì, ed è quindi importante identificarli e correggerli quanto prima. Esiste poi una suscettibilità individuale ai singoli fattori di rischio: ci sono soggetti che a dispetto di alti valori di colesterolo presentano pochissima aterosclerosi, altri soggetti con valori di colesterolo quasi normali presentano quadri di aterosclerosi avanzati. È possibile che tali pazienti siano suscettibili anche a valori di colesterolo non particolarmente alti. Quello che la ricerca ci dovrà chiarire in futuro è quanto il colesterolo possa essere dannoso nel singolo individuo, permettendo cosi di identificare in ognuno di noi i valori da perseguire»

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