7 settembre 2020 - 08:59

Espresso, copertina su Elly Schlein. Professore offende su Twitter, Bonaccini: lei è un cialtrone

Bufera per il commento sulla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

di Redazione Online

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«Ma che è, un uomo?». È questa l’offesa che Marco Gervasoni, docente ordinario di Storia contemporanea all’Università del Molise, non nuovo alle cronache per commenti social che hanno sollevato polveroni, in passato su Liliana Segre e Sea Watch fra gli altri, ha scritto condividendo su Twitter la copertina dell’Espresso dedicata alla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Un tweet che ha scatenato bufera. Nelle ultime ore stigmatizzato anche dal presidente della Regione Stefano Bonaccini che sui social scrive: «È semplicemente la vicepresidente di una bellissima regione che si chiama Emilia-Romagna, eletta dagli elettori e nominata dal sottoscritto. Lei è semplicemente, invece, un cialtrone».

La copertina del settimanale «l’Espresso»
La copertina del settimanale «l’Espresso»

L’ex rettore del Molise

«Ad Elly Schlein da docente di Unimol esprimo la mia più totale solidarietà. E non ho dubbi, conoscendo molto bene l’ateneo, che si tratta del sentimento della stragrande maggioranza dei colleghi e del personale amministrativo. Sono certo che la sua immagine di donna e di cittadina impegnata nelle istituzioni non sarà neanche sfiorata da un commento di tale bassezza e volgarità». A intervenire è l’ex rettore dell’Università del Molise, Gianmaria Palmieri, commentando dopo l’offesa su Twitter da parte del docente ordinario di Storia contemporanea all’Unimol Marco Gervasoni, nei confronti della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. «L’ansia di far parlare di sé a tutti i costi - sostiene Palmieri - induce taluni colleghi a esprimere deliberatamente giudizi e commenti ben oltre i limiti della dignità e della ragionevolezza. Ci si compiace poi, con un istinto infantile, del risultato ottenuto, noncuranti del disdoro che si arreca ai propri colleghi ed alle istituzioni da cui si è pagati, che purtroppo nulla possono per impedirlo».

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